Risveglio
Autore: Caterina Angotzi
Pagine: 104
Anno: 2017
ISBN: 978 88 98406 33-3
«Quando mi dicevano che il turbante mi stava bene, sorridevo e pensavo solo che proprio quello, il turbante, era un chiaro messaggio che diceva: “ho il cancro”.
Cercavo di mantenere salda la mia dignità, rendendo piacevole la visione di una donna malata. E allora usavo dei fazzoletti colorati e abbinati al mio abbigliamento.
“Stai benissimo” era la frase che un po’ mi faceva illudere di essere semplicemente una persona particolare, che usava il turbante per tendenza e non per esigenza.
Mi sentivo una bella donna col cancro. O meglio, una donna che nonostante un seno in meno, piaceva ancora. E forse di più».
Dopo aver raggiunto l’abisso, ci si può far ingoiare da esso o risalire traendo forza da ogni singolo passo. Caterina Angotzi ha scelto di tornare alla luce, di rinascere come una fenice, ricostruendo mattone per mattone la propria vita.
Risveglio è il racconto intimo e schietto di chi ha conosciuto solitudine e abbandono, ma è anche l’emergere di nuove consapevolezze e di una grande forza interiore, un invito a non perdersi nei meandri oscuri della malattia, un decalogo su come rapportarsi, senza commiserazioni, con un malato di cancro.
Gianni Angotzi – :
La scrittrice afferma in molti punti del libro di essere stata abbandonata dal compagno. E’ falso. Epurato dalla componente de falso ‘abbandono e solitudine (e dal pathos che viene generato da questa falsità) il libro è – purtroppo – il diario di una esperienza drammatica. I fatti privati non dovrebbero trovare spazio in una pubblicazione destinata al pubblico se si intende metterli in relazione con la malattia. A maggior ragione non dovrebbero trovarvi spazio se non sono veri.
Gianni Angotzi – :
Nella pagina facebook dell’autrice argomentate, autrice e editore, delle traversie relative ai due “libri” scritti dall’autrice.
Uno, da quanto si rileva pubblicamente, ha subito condanna passata in giudicato per diffamazione. L’altro, che afferma il falso relativamente all’abbandono che l’autrice avrebbe subito, è oggettodi denuncia per diffamazione aggravata.
Se per chi scrive queste sono …traversie……beh… 😉
Il fatto è che l’autrice suscita emozioni e sentimenti di solidarietà, rispetto a un drammatico problema, scrivendo il falso.
Chiamale traversie.
Sarebbe molto, molto semplice e giusto che l’autrice autorizzi la diffusione pubblica dei dati che la smentiscono, no ?
Oppure…si faccia pure il film 😉
Gianni Angotzi – :
se si potesse conoscere l’autore di questa perla gli si potrebbe chiedere quale alternativa suggerisce alla contestazione del falso. Ognuno può diffamare chiunque liberamente attribuendo le falsità che ritiene opportuno ? 😉
Ribadisco, il contraddittorio, libero dai vincoli della privacy, è la migliore dimostrazione che l’autrice può dare 😉